Il Global Cruise Activist Network (GCAN) sta chiedendo ai delegati delle Nazioni Unite di prendere misure immediate per garantire che le navi da crociera in servizio in tutto il mondo siano conformi agli standard che raggiungeranno emissioni nette zero di gas serra da parte dell’industria delle crociere entro il 2050.
Le navi da crociera sono super-emettitori di gas a effetto serra; sono più ad alta intensità di emissioni di CO2 rispetto alle navi da carico di dimensioni simili, perché bruciano carburante per alimentare le infrastrutture per, in media, 3.000 fino a 10.000 passeggeri ed equipaggio.
Il GCAN chiede di fermare la costruzione di terminal per navi da crociera in tutto il mondo e l’imposizione di uno “standard di navi pulite” che riduca progressivamente a zero l’intensità di carbonio di ogni nave.
Il GCAN raccomanda che, come minimo, gli standard per l’industria delle crociere dovrebbero richiedere riduzioni delle emissioni del 40% entro il 2030 e riduzioni incrementali del 5% anno dopo anno.
Paradossalmente, due navi da crociera di proprietà estone noleggiate per l’alloggio durante la COP 26 funzionano con combustibili fossili, nonostante siano attrezzate per utilizzare l’energia terrestre.
“La soluzione di alloggio a Glasgow di usare hotel galleggianti è profondamente deludente e va contro lo scopo dell’evento di limitare l’inquinamento globale. Sono disponibili molteplici rapporti e prove che chiariscono i rischi che le navi da crociera rappresentano per la salute umana e l’ambiente, compreso il documento scientifico peer-reviewed pubblicato nel settembre di quest’anno: “Environmental and human health impacts of cruise tourism: A Review” di Lloret et al. Gli organizzatori del COP 26 dovrebbero essere molto imbarazzati per aver affittato questi super-inquinatori e incubatori di malattie”, ha detto Linda Clark, un’attivista del GCAN nelle isole Cayman.
Le navi da crociera sono un lusso che causa gravi danni al clima. L’industria e i suoi regolatori devono dare la priorità alla decarbonizzazione delle navi e alla promozione della salute a lungo termine dell’atmosfera, dell’ambiente marino e delle comunità portuali. È ora di abbandonare il “crocierismo abituale”.
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